giovedì 25 luglio 2013

UN OPEC DEL MEDITERRANEO?



La produzione di petrolio continua a crescere di anno in anno e nel 2012 i paesi produttori di petrolio, riuniti nell'OPEC, hanno realizzato un nuovo record di fatturato superando i mille miliardi di dollari annui, con una media di 30 milioni di barili al giorno.

mercoledì 24 luglio 2013

TTIP: PRIMA FASE PER LA GRANDE UNIONE TRA UE E USA



Di questa notizia, chissà perché, non se ne sente parlare tra i vari mezzi di comunicazione nazionali. Almeno in Italia. Il nostro blog, però, ha considerato il tema di estrema importanza e abbiamo deciso di darvi un piccolo assaggio di quello che sta succedendo a livello transnazionale con l'avvio di un trattato denominato TTIP.

lunedì 22 luglio 2013

LA COMUNITA’ ECONOMICA DEL MEDITERRANEO




Di Roberto Casarelli

Eravamo tutti emozionati ed eccitati prima del 25 Febbraio, Berlusconi che con il suo sapervendere fumo avanzava nei sondaggi, Bersani con il suo PD che, a suo dire, era stato profondamente rinnovato, un Renzi che sapeva stare al suo posto d’onore e Grillo, l’astro nascente, l’uomo della Provvidenza che avrebbe finalmente dato una voce a chi di vecchia politica ne era nauseato e che avrebbe, con i suoi ragazzi del web, ridato luce nuova alle nostre Istituzioni .Eravamo emozionati e felici perché in campagna elettorale avevamo capito che sia il PD che il M5S avevano molti punti programmatici in comune su come iniziare a ricostruire questa povera Italia .

venerdì 19 luglio 2013

QUANDO I TECNOCRATI UCCIDONO LA CRESCITA EUROPEA



Sono loro i veri artefici del disastro, della crisi finanziaria ed economica che ha colpito l'Europa.
I cosiddetti tecnocrati, che alle nostre spalle hanno tramato per rendere i paesi del sud Europa (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo e anche la Francia) meno competitivi e sempre più indebitati rispetto al nord Europa, Germania in primis.
Per salvare le loro posizioni si sono dovuti inventare l'Euro e faranno di tutto perché ciò rimanga in piedi, anche a costo della nostra totale povertà.
Questo, in poche parole, è il nocciolo del pensiero espresso in questo articolo su "Come Don Chisciotte" di Charles Gave economista ed esperto di finanza.
Leggi tutto 

LA QUESTIONE PALESTINESE

Ovviamente il nostro blog non poteva ignorare la questione palestinese ed è per questo che abbiamo deciso di pubblicare un ottimo articolo-intervista ripreso da Osservatorio Iraq e preceduto da un piccolo accenno di storia.



Dal 1948, anno della nascita dello Stato d'Israele, la popolazione palestinese è costretta a vivere in lembi di territorio dove coesistono al suo interno povertà, malattie e sovraffollamento continui.

Le condizioni disumane di questo popolo però vengono decise molto prima di quella data e cioè a cavallo tra l'ottocento e il novecento con la Dichiarazione di Balfour, dove il governo inglese prometteva l'insediamento di un focolare nazionale ebraico nella vecchia Palestina. Questo movimento migratorio, fomentato dal pensiero sionista, fu finanziato e caldeggiato ,quindi, anche da Inghilterra e Stati Uniti.
Il problema era che la Palestina non era una arido deserto privo di persone ma un territorio ben strutturato con una sua popolazione autoctona formata in larga maggioranza da palestinesi musulmani sunniti che parlavano arabo e altre minoranze, ben integrate, come cristiani, drusi e sciiti.
Ma non importava, l'invasione venne eseguita, fu proclamato nella primavera del 48' lo Stato d'Israele e la conseguenza portò, da parte dell'intero occidente e chiaramente d'Israele, alla negazione dell'esistenza del popolo palestinese.

martedì 16 luglio 2013

SOS SVENDITA DELL'ITALIA



La situazione dei beni immobiliari e altre meraviglie del territorio italiano in questi anni è veramente complicata ma chiaramente, al momento, il tema è tabù.

Lo scenario che si sta formando era prevedibile già da tempo e gli ultimi due governi (Monti e Letta tutti e due facenti parte del gruppo Bilderberg) hanno dato una spinta notevole alla svendita dei nostri tesori e tutto in nome dell'Europa e del debito imperante.

giovedì 4 luglio 2013

NOTIZIA FLASH: Italia-Libia

Riportiamo questa notizia flash, appresa da Agenzia Nova, sul dopo incontro tra il premier Letta con l'omologo libico, Ali Zidan, su questioni riguardanti il tema energetico:


Roma, 4 lug 16:25 - (Agenzia Nova) - Il tema dell'energia è fondamentale per i rapporti tra Italia e Libia e una buona cooperazione tra i due paesi porterà a risultati importanti. E' quanto affermato oggi dal premier italiano, Enrico Letta, al termine del suo incontro a Roma con l'omologo libico, Ali Zidan. "Insieme abbiamo incontrato l'ad di Eni, Paolo Scaroni - ha detto Letta in conferenza stampa -. Il tema dell'energia è fondamentale per noi. Italia e Libia sono partner strategici dal punto di vista economico e vogliamo rilanciare questa partnership". 
Il premier Zidan, da parte sua, ha sottolineato che è intenzione del governo di Tripoli "incoraggiare le aziende italiane a completare i loro progetti in Libia. Gli orizzonti di cooperazione tra i nostri due paesi sono enormi", ha detto Zidan.

martedì 2 luglio 2013

EGITTO: TAMARRUD VS MORSI



In Egitto la situazione si sta scaldando.
La forte pressione della popolazione e dell'ultimatum imposto al Presidente dal Consiglio Supremo delle Forze Armate egiziane hanno messo Morsi in una posizione alquanto critica. Al momento Morsi non è intenzionato a lasciare il suo incarico e soprattutto a sottostare ad una richiesta di 48 ore per trovare una soluzione immediata ai disordini creatisi negli ultimi giorni.

ALLA FINE HA VINTO IL TAP

Vi proponiamo un articolo, di MRI, sulla contesa vinta dal TAP (Trans Adriatic Pipeline) per l'approvvigionamento di gas naturale dal sito Shah Deniz in Azerbaigian. L'alternativa, sostenuta dalla Commissione Europea, era il progetto Nabucco.
Vi ricordiamo anche il nostro articolo sul TAP.

Venerdì 28 giugno, il consorzio che controlla il giacimento di gas dell’Azerbaigian Shah Deniz ha detto di aver scelto il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) come via per l’esportazione del gas nell’Europa occidentale. Il TAP sarà collegato con i gasdotti di esportazione azeri e turchi – in particolare la Trans Anatolian Pipeline (TANAP), anch’essa in fase di progettazione – e trasporterà il gas attraverso Grecia, Albania e Mare Adriatico fino alle coste pugliesi.
Al momento, il consorzio che costruirà il gasdotto TAP è controllato da tre compagnie europee: la svizzera Axpo, la norvegese Statoil – che detengono il 42,5% delle quote a testa – e la tedesca E.ON Ruhrgas, che controlla il restante 15%. Inizialmente, il TAP dovrebbe trasportare 16 miliardi di metri cubi di gas. Il consorzio che controlla il gasdotto punta al 2019 come obiettivo per l’inizio delle esportazioni.


Fonte: Wiikimedia Commons

domenica 30 giugno 2013

CROAZIA: 28° STATO DELL'UNIONE EUROPEA



Dopo dieci anni di attesa la Croazia compie il "grande salto" e domani, 1° luglio, diventerà a tutti gli effetti il ventottesimo membro dell'Unione Europea.
Il progetto prende forma nell'ottobre 2001, quando la Croazia firma l'accordo di stabilizzazione ed associazione all'Unione Europea ma la data in cui inizia il vero calvario per l'entrata del paese nel Club rimane il 21 febbraio 2003, quando il primo ministro Ivica Racan presenta la domanda di adesione all'Unione Europea.

venerdì 28 giugno 2013

MAROCCO: PORTA SULL'AFRICA



Il Regno del Marocco è una porta sull'Africa, un "African door", per gli investimenti italiani ed europei.
Attraverso l'analisi di dati evidenziati in un convegno, organizzato dall'IAI in collaborazione con SRM, si evince che l'export italiano nel paese, dal 2000 al 2012, è cresciuto del 90% e nel primo trimestre del 2013 è aumentato del 24,2% rispetto al primo trimestre del 2012.

sabato 22 giugno 2013

DECRETO SVUOTA CARCERI



E' pronta la bozza Cancellieri o Decreto svuota carceri.
In poche parole, il decreto, prevede per tutti coloro che hanno superato i 70 anni pene alternative o concessione degli arresti domiciliari e ingresso in carcere impossibile alle persone condannate a 4 anni.

venerdì 21 giugno 2013

F-35: ITALIA RIPENSA AI 131 CACCIABOMBARDIERI





Un anno fa, durante il governo Monti, il ministro della difesa Di Paola riduceva l'acquisto dei criticatissimi F-35 da 131 a 90. Oggi il nuovo ministro della difesa, Mario Mauro, rilancia l'ipotesi di ritornare sui propri passi e acquistare i 131 velivoli come da contratto.

giovedì 20 giugno 2013

IL G8 DELLE PAROLE



Il vertice tra gli otto grandi paesi del pianeta che si è tenuto in questi giorni a Lough Erne, in Irlanda del Nord, si è concluso con tanti buoni auspici ma niente di concreto.
Sotto l'egida del governo britannico, l'ampia agenda affrontata dai leader del G8 (da notare che il summit esclude tra i grandi, la seconda potenza economica del mondo: la Cina) ha permesso di toccare temi delicati come la guerra civile in Siria, l'evasione ed elusione fiscale a livello internazionale e i programmi nucleari iraniani.

martedì 18 giugno 2013

PILLOLE GRECHE: SOSPENSIONE CHIUSURA ERT



Proteste davanti la sede principale di ERT, tensioni all'interno della coalizione di governo, critiche aspre e indignazioni. Dopo la chiusura dell'emittente radio-televisiva greca le polemiche e gli scontri politici continuano ad infiammare la penisola e passati alcuni giorni di vane speranze per una riapertura, arriva la sentenza di un tribunale greco che stabilisce una ripresa delle trasmissioni abbinata ad una decisa ristrutturazione dell'ente. Quindi sospensione temporanea della chiusura.
La sentenza consente alla precaria coalizione ellenica di procedere verso un compromesso per evitare elezioni anticipate. Il primo ministro Antonis Samaras, costretto alla fatidica decisione di chiusura da un imposizione dei rappresentanti della Troika, adesso tenta un parziale dietrofront e cercherà di allentare le tensioni con i membri di minoranza nel suo governo, Pasok e la Sinistra Democratica, offrendo la riattivazione delle trasmissioni con uno staff ridotto.
Come accennavamo in un precedente articolo, la conclusione più ovvia era proprio di lasciare operativa l'emittente pubblica, senza metterla in mano ai privati, riducendo i costi di gestione.
Adesso non rimane che aspettare anche la tanto attesa sentenza della Corte Suprema Amministrativa, la quale deve accettare o respingere un appello dello staff di ERT, che potrebbe obbligare la riapertura delle trasmissioni fino ad una decisione finale

venerdì 14 giugno 2013

CAPITALISMO E STUPIDITA'





Se a qualcuno non era ancora chiaro, per qualche oscuro motivo, al capitalismo sfrenato e senza scrupoli è concesso proprio tutto.
Perchè senza scrupoli?
Il motivo risiede nella crisi economico-sociale che sta attraversando l'occidente in questi anni e al fatto che le grandi multinazionali ne stanno traendo, senza remore, un fortissimo guadagno.

giovedì 13 giugno 2013

IL BUON SELVAGGIO




Di Roberto C.

C’era una volta, nel 2704 a.c. , un uomo vecchissimo, pensate morì a 950 anni, che in una sua visione gli si presentò Dio il quale lo avvertì che avrebbe mandato il Diluvio Universale e tutta la terra sarebbe stata sommersa dai mari.
Lui, vecchio saggio, costruì una enorme barca, imbarcò la sua famiglia di cui i tre figli, Sem, che nella loro arcaica lingua significava prosperità, Cam che significava caldo e Jafet che significava aperto, insieme a viveri, animali e piante che trovò, per la sussistenza in mare. Dopo il Diluvio, i mari si ritirarono e scesi a terra iniziarono a litigare. Cam, che era più ribelle, fu cacciato e se ne andò in Africa.

mercoledì 12 giugno 2013

GRECIA E PRIVATIZZAZIONI



E' uscito allo scoperto il programma di privatizzazione che spinge da mesi per la messa sul mercato dei beni pubblici ellenici voluto dalla Troika (triumvirato composto da Commissione europea, FMI e BCE).
Il governo greco di Antonis Samaras, come annunciato ieri, ha sospeso le trasmissioni della Tv e della radio pubblica, ERT, la Rai greca.

martedì 11 giugno 2013

MES: AIUTI ALLE BANCHE?



Secondo un documento visionato da Reuters, il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, utilizzerà tra i 50 e 70 miliardi di euro delle sue risorse per ricapitalizzare direttamente le banche della zona euro.
I leaders europei hanno dichiarato che se un governo non è in grado di recuperare fondi propri per paura di un ulteriore indebitamento sul mercato il quale potrebbe mettere a rischio la sostenibilità del suo debito pubblico allora subentrerebbe il MES con una capacità di prestito di oltre 500 miliardi di euro.
Le regole e le condizioni su come tali ricapitalizzazione potrebbero avvenire devono essere ancora decise dai ministri delle finanze della zona euro a fine mese, in una riunione a Lussemburgo.
Abbiamo già accennato al MES (o ESM) in un articolo precedente e sappiamo molto bene che questo fondo è nato per aiutare gli stati, i vari governi (non a caso è stato rinominato Fondo Salva Stati) e mantenere la stabilità dei 17 paesi ma come sospettavamo il suo utilizzo, al momento, viene rivolto verso le banche e i suoi movimenti decisionali interni rimangono oscuri al pubblico.
La trappola che il MES costituisce per l'euro ed in particolare per i singoli stati europei non è ancora chiara a molti. Ben presto ne sentiremo gli effetti.
Purtroppo questo non viene neanche evidenziato a gran voce dai media nazionali (guarda caso) ma non vi preoccupate alcuni politici (chi, non è dato sapere) dell'euro zona hanno già annunciato che metteranno un limite alla quantità di denaro che il MES potrà usufruire per la ricapitalizzazione diretta delle banche, visto che questa forma di aiuto mangia un'elevata quantità di risorse e in maniera troppo rapida che il Fondo potrebbe erogare ai governi.
Adesso possiamo dormire sonni tranquilli.

UNO SGUARDO ALLA SIRIA




Nel corso del 2011, in Siria, sono scoppiate le prime sommosse popolari che hanno portato ad una guerra civile senza un'apparente via di uscita. Il partito Ba'th che è al governo dal 1963 con a capo il Presidente Bassar Al-Asad ha cominciato a traballare con la nascita della cosidetta primavera araba che dalla Tunisia si è espansa in quasi tutto il magreb e oltre.

lunedì 10 giugno 2013

SHOPPING CINESE AL TESORO



Apprendiamo dal sito La Notizia che è previsto l'incontro al dicastero di via XX settembre (Ministero Economia e Finanza) con la delegazione di dirigenti dello Shanghai Administration Institute per il prossimo 18 giugno. Per l'Italia parteciperà Vincenzo La Via, direttore generale del Tesoro, Cesare Romiti, ex capo della Fiat e oggi presidente della Fondazione Italia-Cina e Alberto Forchielli, direttore di Mandarin Capital Partners.
L'incontro è incentrato sulla valutazione, da parte della delegazione cinese, d'investimenti in società che gestiscono reti, come la Cassa depositi e prestiti (controllata al 70% dal Tesoro e il restante da fondazioni bancarie), la quale vanta partecipazioni importanti: Enel, Eni, Snam e Terna.
I rapporti commerciali tra Pechino e Roma sono in continua crescita e "l'invasione commerciale" desta non pochi sospetti.
Nel 2004, ad esempio, è entrata una solida presenza in Italia nel campo digitale: l'Huawei, azienda leader nelle soluzioni d'information e communication technology e la sede italiana attualmente conta più di 500 dipendenti. Infatti, come afferma l'articolo, non sarebbe un caso se all'incontro vi fosse la partecipazione anche di George Zhao Ming, manager dell' Huawei Italia.
La speranza, ovviamente, è che le società cinesi che investiranno nel territorio italiano, facciano leva sulle risorse e sui talenti locali, garantendo benefici alle comunità in cui operano e svolgendo un ruolo importante per la crescita economica italiana e non il classico banchetto per spartirsi i nostri migliori asset ed industrie per svuotarle di ogni italianità come è già successo con altri paesi europei e non.
Purtroppo la conferma di un esito positivo sarà solo il tempo a darcela. Dal canto nostro continueremo a monitorare.

venerdì 7 giugno 2013

IL SOLITO BALLETTO!





Quasi due mesi sono passati dall'entrata del governo Letta e ancora non  c'è stata una proposta concreta per risollevare le sorti del paese. Nessuno chiede provvedimenti immediati e promesse roboanti ma di certo non vi è traccia o qualche segno tangibile di disegni atti a modificare, anche nell'arco di un determinato periodo, "l'impasse" (per usare un eufemismo) economico-sociale attuale, è veramente assurdo.

giovedì 6 giugno 2013

KEYNES: RITORNO ALLE ORIGINI




La portata della crisi finanziaria scoppiata nel 2008 ed originatasi negli Stati Uniti con lo sgonfiamento della bolla immobiliare e contemporaneamente all'insolvenza di molti possessori dei mutui subprime, ha sortito ripercussioni decisamente negative per le teorie economiche dominanti.

mercoledì 5 giugno 2013

REFERENDUM: PRIMA L'ITALIA POI L'EURO





Di Roberto C.

Relativamente all’eventuale referendum nazionale, proposto dal M5S, sulla volontà di uscire dall’Euro o meno, vorrei fare alcune considerazioni in merito.
Ritengo, in questo momento drammatico per l’economia nazionale, che tale consultazione sarebbe prematura ed una perdita di tempo nell’affrontare tesi, se pur autorevoli ed interessanti, di economisti che si dibattono in una diatriba prettamente e solamente teorica, per definire se, oggi con il sistema politico che ci governa sia in Italia che in Europa, l’uscita o meno dall’Euro porterà benefici futuri o salverà l’andamento economico italiano.

martedì 4 giugno 2013

M5S: REFERENDUM SULL'EURO




Il Movimento 5 Stelle ha proposto un referendum propositivo senza quorum per sapere dagli italiani se vogliono rimanere nell'euro oppure uscire.

venerdì 31 maggio 2013

I PANNELLI DELLA DISCORDIA



In questi giorni si sta giocando una partita molto importante per il futuro di un settore dell'energia rinnovabile: il fotovoltaico. Si tratta dello scontro commerciale tra Cina e Unione Europea sulla possibilità, di quest'ultimi, di imporre dazi ai pannelli solari cinesi smerciati in Europa sottocosto.

giovedì 30 maggio 2013

GRECIA: probabile nuovo aiuto della Troika




Ultimamente i media italiani non parlano più della situazione economico-sociale perennemente in calo della Grecia. Forse perché non vogliono creare allarmismi "inutili" o forse perché sanno molto bene che dopo i diktat inflitti a Grecia e Cipro i prossimi potremmo essere noi.

ITALIANI ALZATEVI!





Di Roberto C.

Come sempre, dopo qualche elezione politica o amministrativa, sopporteremo una overdose di analisi, editoriali, talk show per anestetizzarci le funzioni cerebrali per qualche mese.
Tutta la classe politica ci darà la propria analisi da cui emergerà che la volontà degli italiani è stata chiara:
Loro e solo loro sono i veri difensori della Democrazia e che quindi, con le solite vaghe promesse ,ci rassicureranno sul nostro felice futuro prossimo.

mercoledì 29 maggio 2013

MANIFESTO PER USCIRE DALL'EURO



Oggi vi proponiamo un manifesto che, a parere nostro, rappresenta una possibile soluzione alla crisi imperante causata dall'euro. Un gruppo di economisti europei di alto rilievo, quali i nostri Alberto Bagnai, professore di politica economica e Claudio Borghi, professore di Economia degli Intermediari Finanziari, hanno firmato un manifesto con il quale intendono dare una soluzione per risolvere la crisi dell'Eurozona e salvare l'Unione Europea.

martedì 28 maggio 2013

ALGERIA: ENI raggiunge accordo con Sonatrach su contratto fornitura gas

Eni e la società algerina Sonatrach hanno concordato per gli anni 2013 e 2014 la revisione di alcune condizioni contrattuali, inclusa una riduzione di alcune quantità di volumi contrattuali di gas destinati all'Italia. Lo ha reso noto la stessa Eni attraverso una nota. L’accordo si inserisce nel programma di rinegoziazioni avviato negli ultimi mesi e contribuisce agli annunciati obiettivi di redditività e generazione di cassa. (Agenzia Nova)

ADDIO MADE IN ITALY





Come propone il nostro il nostro blog, intendiamo suggerire e fornire dati che dimostrino la necessità di creare una nuova comunità, staccata dall'Europa, basata su una interconnessione di rapporti economici-culturali all'interno dell'area del Mediterraneo. Ed uno di questi dati "allarmanti" è la crisi e la svendita delle numerose aziende italiane a proprietari esteri.

lunedì 27 maggio 2013

PCI E FINANZA


E’ inquietante. E’ inquietante perché questo progetto di Unione Europea, messa nelle mani di burocrati dell’estrema destra finanziaria completamente svincolata dal controllo dei cittadini è un progetto che fonda le sue basi nei primi anni 30 e 40 del secolo scorso, ma formalmente comincia a prendere piede nei primi anni 90; e cosa succede in Italia in quegli anni?!?

sabato 25 maggio 2013

ARRIVA IL NO TEDESCO AGLI EURODRONI




Sono state dette tante cose sulla Germania ma sicuramente dobbiamo ammettere che abbonda di pragmatismo e non si lascia persuadere tanto facilmente. Questo è un atteggiamento che invidiamo ai Teutonici, di contro non possiamo dire lo stesso per la nostra accondiscendente Italia.
Pochi giorni fa si è diffusa la notizia di una rinuncia da parte della Germania all’acquisto dei velivoli senza pilota del progetto Euro Hawk, per motivi di sicurezza e bilancio. L’Italia, al contrario, ha accolto senza problemi lo stesso tipo di droni, della Nato, nella base siciliana di Sigonella.
Il governo Merkel ha deciso di bloccare il programma di acquisto dei cinque grandi veivoli spia perchè non rispettavano alcuni standard di sicurezza richiesti dall'European Aviaton Safety Agency (EASA), l'agenzia europea per la sicurezza aerea. Inoltre, la società costruttrice statunitense dei "Global Hawk" (la Northrop Grumman) non intenderebbe rilasciare tutta la documentazione tecnica necessaria per il procedimento di certificazione EASA.
I costi, secondo il ministero della difesa tedesco, si aggirano intorno ai 500-600 milioni per regolarizzare e dotare i droni di un sistema anti-collisione e 1.300 milioni per lo sviluppo degli aerei e dei loro sensori.
Il progetto "Euro Hawk" prese il via nel 2000 e doveva rappresentare il contributo "autonomo" della Germania al nuovo programma Nato di sorveglianza terrestre Ags (Alliance Ground Surveillance), il cui comando sarà insedato a Sigonella entro il 2015, congiuntamente a 5 falchi globali dell'Alleanza Atlantica.
Da precisare che nel marzo 2010, l'Agenzia Europea per il controllo del traffico aereo (Eurocontrol) aveva indicato alcune linee guida a cui gli stati membri si sarebbero dovuti attenere per la gestione degli aerei senza pilota nello spazio europeo. Come da copione il governo tedesco le ha subito accettate mentre le autorità italiane hanno aperto lo spazio aereo siciliano alle spericolate operazioni dei Droni USA e NATO con numerosi effetti negativi sul traffico passeggeri negli scali di Catania e Trapani.
Purtroppo l'Europa e l'Italia in partcolare, sono rimaste ostaggio del Patto stipulato a Washington il 4 aprile del 1949 concedendo il proprio territorio a qualsiasi richiesta NATO. Anche questa volta l'Italia non ha battuto ciglio nel predisporre una delle basi aeree più grandi ai voleri americani ma qualcuno ha deciso di non sottostare a certi dettami e ha rivolto il proprio sguardo verso droni "Heron TP" di marca israeliana.
Con questo non vogliamo certo dire che vediamo di buon occhio l'acquisto dei cosiddetti "droni killer" israeliani, tutt'altro, ma intendiamo precisare la continua ed ormai totale perdita della sovranità nazionale da parte dell'Italia (e non solo) a causa di forme di potere ultra-nazionali (Europa e Nato). 

venerdì 24 maggio 2013

IL PROGETTO UE: GASDOTTO TRANS-ADRIATICO



Il Consiglio dei Ministri italiano discuterà domani (25 maggio) il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'accordo tra Albania, Grecia e Italia sul progetto Trans Adriatic Pipeline (gasdotto trans-Adriatico).
Il TAP è un progetto che connetterà Italia e Grecia via Albania, permettendo l'afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, Mar Caspio e Medioriente.
Il parlamento albanese e quello greco hanno già ratificato l'accordo intergovernativo raggiunto il 13 febbraio scorso dai tre paesi sulla realizzazione del gasdotto trans-Adriatico che permetterà l'afflusso in Italia di gas naturale dei giacimenti azeri di Shah Deniz che dal Mar Caspio fluirà verso il territorio turco grazie al gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum e da qui verso la rete di trasmissione greca.
Chiaramente è superfluo dire che il TAP fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari e cofinanziabili dall'Unione Europea tramite il programma Reti Trans-Europee dell'Energia (TEN-E) e quindi sostenuto da grandi gruppi europei del settore: la svizzera Axpo, la Statoil norvegese ed il gruppo tedesco E.on Ruhrgas, invece di privilegiare le compagnie sud-orientali toccate dal tunnel (vi è stato giusto un recente accordo di collaborazione tra TAP con la Croazia e i gestori di sistemi bosniaci, Plinacro e BH-Gas). ENI? Hellenic Petroleum?
L'unica magra consolazione è che ogni paese attraversato dal gasdotto riceverà dei compensi per il transito del gas.
Il gasdotto trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi/anno di gas naturale, una quantità sufficiente per alimentare più di 3 milioni di consumatori domestici ed inseguito aggiungendo una terza stazione di compressione il TAP sarà in grado di duplicare la quantità trasportata a 20 miliardi di metri cubi/anno.
L'obiettivo principale e strategico, affermano i project management, è quello di diversificare l'approvvigionamento energetico all'interno dell'Unione Europea ed in particolare nella regione dei Balcani, la quale dipende, quasi esclusivamente, dalle importazioni di gas russo. Il Tap si propone di fornire gas, in un punto d'allaccio nel territorio albanese, al nord dell'Albania, al Montenegro, alla Bosnia-Erzegovina e alla Croazia. L'approdo dell'attuale tracciato è stato identificato nei pressi di Lecce (San Foca) dove si connetterà con la rete nazionale di Snam Rete Gas e si aprirà ai maggiori mercati.
Considerando che il progetto Trans Adriatic Pipeline offre un percorso breve e diretto per la fornitura di gas naturale, questo comporterà prezzi più competitivi ed un'elevata liquidità verso il nord europa spostando i maggiori benefici e guadagni ai soliti noti.

giovedì 23 maggio 2013

LIBIA: UE PRONTA PER MISSIONE EUBAM




Il Consiglio Europeo ha dato via libera alla missione denominata "Eubam Libia" che avrà il compito di sostenere le autorità libiche per sviluppare, nel campo della sicurezza dei confini (terrestri, marittime ed aerei), le loro capacità di monitoraggio e di difesa e dare più ampio respiro alla gestione tecnica delle frontiere (circa 4.300 km).
L'invio degli esperti UE avrà inizio il prossimo mese, come confermato dall'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione Europea, Catherine Ashton, ed avrà tre compiti:
sostenere le forze di sicurezza della nuova Libia, attraverso formazione e mentoring,
rafforzare i servizi di frontiera in conformità con gli standar internazionali,
consigliare le autorità libiche per lo sviluppo di una strategia nazionale libica e rafforzare le loro capacità operative istituzionali.
La missione Eubam, che si era già resa necessaria dopo la caduta di Muammar Gheddafi, avrà un mandato iniziale di due anni, un budget di 30 milioni di euro e 165 addetti tra capo missione, staff internazionale e non e reclutati sul posto.

OBBLIGHI DELLA GERMANIA


Recentemente si è aperto un interessante dibattito sull'Economist su come la politica espansionistica della BCE potrebbe aiutare i paesi periferici (o come tanti preferiscono chiamare i PIIGS).
Paul Krugman, in uno dei suoi post sul sito The consciesce of a liberal, critica l'approccio di uno dei tre economisti che hanno fomentato il dibattito: Tyler Cowen ed in questo caso sul rapporto tra Germania e Portogallo
Cowen sostiene che l'aumento del salario in Germania risolve solo uno dei problemi che affliggono l'eurozona e cioè lo squilibrio dei prezzi tra Portogallo e Germania ma non risolve il problema precipuo, vale a dire che i salari nominali (la quantità di moneta percepita dal lavoratore quale compenso per il compito svolto) portoghesi sono relativamente troppo elevati. Quindi la preoccupazione di Cowen è che tali politiche possano comportare un aumento dell'inflazione in Germania e non determinare una ripresa in Portogallo.
Krugman ribatte che il suo ragionamento non centra il punto nevralgico del dibattito e cioè che i due paesi non sono un'unica entità (come molti continuano o vogliono far credere) ma sono in competizione diretta tra di loro tanto che la Germania è il principale mercato d'esportazione del Portogallo.
La soluzione, continua Krugman, è che sarebbe necessario aumentare del 20% i salari dei lavoratori tedeschi, in modo che l'euro perderebbe di valore rispetto al dollaro ed altre monete e le esportazioni portoghesi (come altri paesi del sud europa) diventerebbero nuovamente competitive in tutto il mondo, incluso all'interno della Germania.
Infine, conclude il premio nobel per l'economia, riprendendo un frase Ryan Avent, (l'altro personaggio del dibattito sull'Economist) la differenza essenziale tra le relazioni economiche tra Germania e Portogallo e per esempio Stati Uniti ed El Salvador (in quanto il paese mesoamericano ha scelto di legare la propria moneta al dollaro) è che i due paesi europei condividono una moneta e questo crea degli OBBLIGHI per la Germania.

martedì 21 maggio 2013

EUTANASIA DI UNA DIGNITA'

Pubblichiamo un articolo inviatoci dal nostro amico Roberto e che condividiamo.

 


Quando a scuola, almeno ai miei tempi, studiavamo la Storia d’Italia eravamo tutti affascinati dal coraggio e dalla dignità con cui molti protagonisti di varie epoche difendevano l’onore sia personale che quello della loro Patria.
Quell'Onore di servire la Patria a cui loro avevano sacrificato anche la vita.
Avere quel sentimento era la prova di vivere la propria vita con dignità.
Dignità di vivere difendendo la famiglia,la Patria e le proprie idee, pur sapendo, che se mai non lo avessero fatto, non avrebbero avuto il sonno dei giusti e non avrebbero mai più avuto il coraggio di guardare in faccia i propri figli per non avergli lasciato in eredità ,il bene più prezioso,la dignità.

STAMPARE O NON STAMPARE, QUESTO E' IL PROBLEMA!




Da un articolo di Vito Lops apparso ieri (20 maggio) sul "Sole 24 Ore", si insinua il dubbio su chi abbia ragione tra Giappone e Stati Uniti che possono stampare moneta, irrorare di liquidità il sistema indebolendo il cambio con conseguente aumento dell'esportazione e spingere i consumatori ad acquistare oppure l'Europa che è oppressa da politiche di austerità e tagli con conseguente aumento del tasso di disoccupazione e povertà?
Naturalmente la domanda puo' sembrare ironica ma come giustamente evidenzia l'autore dell'articolo "gli Stati Uniti ed il Giappone stanno gettando le basi per nuove bolle finanziarie" e non dimentichiamoci da dove è partita la crisi economica scaturita nel 2008! Di contro non è accettabile nemmeno la rigidità dell'unione Europea che vedono l'inflazione come un mostro famelico da combattere assiduamente anche se questo significa milioni di persone disoccupate. La verità potrebbe stare nel "mezzo" ma va da sè che in un momento così catastrofico per l'Europa e quindi per le singole nazioni al suo interno, avere la libertà di poter stampare moneta per coprire il proprio debito e dare così un'iniezione positiva all'economia reale, (e non al settore finanziario che viene innaffiato di liquidità senza garanzie dirette per le imprese ed il risanamento) contribuirebbe ad un netto miglioramento della situazione pessima in cui, invece, ci troviamo.
L'articolo si conclude con una proiezione futura che vede la BCE non intenzionata a voler adottare un programma di acquisto degli asset, come è stato fatto da Stati Uniti e Giappone e confermando la difficoltà di un cambiamento reale nei prossimi anni.

lunedì 20 maggio 2013

EUROPA E INDUSTRIA


Ecco l'intervista condotta da Gian Paolo Accardo ad Antonio Tajani, commissario europeo all'industria e vice Presidente della Commissione Europea, il quale spiega le strategie dell'Unione Europea per rilanciare l'economia interna.

sabato 18 maggio 2013

POCHE RIGHE MA EFFICACI


Con l'introduzione per la prima volta nel 1999 dell'euro come unità di conto virtuale ed inseguito con la sua immissione sotto forma di denaro contante nel 2002, abbiamo assistito ad una lunga ed inesorabile discesa di alcuni paesi dell'Europa ed in particolare quelli del sud Europa, i quali, con l'aggiunta dell'Irlanda, verranno battezzati con l'offensivo acronimo PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna).
Per poter aderire alla nuova valuta gli stati dovevano rispettare alcuni criteri (parametri di Maastricht) stabiliti dalle disposizioni del Trattato di Maastricht del 1992. E qui emersero subito gravi carenze da parte di paesi come Italia e Belgio in presenza di un rapporto debito/Pil nettamente superiore al 60% e la Grecia che non rispettava nessuno dei punti presatabiliti.
Nei mesi successivi all'introduzione dell'euro come moneta corrente si verificarono delle conversioni dei prezzi di beni e servizi tra valute nazionali e moneta unica non inerenti a quelle ufficiali. L'impressione era che si fosse convertito 1 euro con 1000 lire, riducendo di quasi la metà il valore reale della moneta, altri applicarono forti arrotondimenti su prezzi e tariffe ed altri ancora, ad esempio nel mercato dei beni più durevoli, si verificò una leggera diminuzione dei prezzi. Chiaramente tutto questo portò a controversie e dure polemiche nei confronti di coloro che dovevano monitorare il buon andamento del cambio monetario e di contro essi si difesero sostenendo che non ci furono fiammate inflazionistiche e scaricarono il barile alla scarsa trasprenza e controllo dei mercati. Ma intanto il danno era fatto.
Nell'arco degli anni assistiamo ad una progressiva diminuzione del potere d'acquisto e un aumento vertiginoso dei prezzi (soprattutto dei beni energetici ed alimentari) spostando una grande fetta del ceto medio nella soglia di povertà e irrigidendo l'economia. Ma l'euro sembrava aver dato prestigio e importanza a tutti quelli che ne facevano parte e con l'andare del tempo i dodici paesi iniziali passarono a diciassette con l'ultima entrata nel 2011 dell'Estonia. Purtroppo le uniche nazioni che trarranno vantaggio da tutto questo erano e sono tutt'ora la locomotiva trainante Germania ed il blocco BeNeLux (Belgio, Olanda, Lussemburgo), il resto buio totale, anzi, la divergenza nord-sud all'interno dell'euro zona è aumentata a dismisura.
Arrivati al 2013 qualche voce facente parte del Pensiero Unico dominante timidamente ammette che forse qualcosa di sbagliato nel sistema c'è ma ancora siamo lontani anni luce da un dialogo che possa produrre delle ipotesi alternative al classico motto "più Europa". 
Questo piccolo preambolo sull'introduzione dell'euro vuol far capire come attraverso poche righe sia possibile notare l'incidenza negativa che questo cambio di valuta ha inflitto ai paesi bagnati dal Mediterraneo, tralasciando molti altri aspetti incredibilmente dannosi che naturalmente approfondiremo in seguito.








   

venerdì 17 maggio 2013

LA SOVRANITA' PERDUTA

Questo è un articolo scritto da una persona che vuole rimanere anonima ma che riteniamo essere molto incisivo ed inerente al tema del nostro blog. E' per questo che ve lo proponiamo per darvi un assaggio di quello che sarà il nostro lavoro (e speriamo il prima possibile, visto che dobbiamo risolvere alcuni problemi tecnici inattessi). A presto!

Dopo l’ultimo “nein”dalla Germania e da gli altri Paesi nordici d’Europa dato al nostro neo Presidente del Consiglio Letta, penso che dovremmo veramente riflettere su come ricostruire questo nostro Paese, senza sottoporci giornalmente a tutti quei Maghi Merlino, con laurea o senza, che per apparire in televisione cercano di imbonirci con ricette magiche che possano dare la felicità.
Economisti, Finanzieri, Tributaristi che hanno studiato nelle loro Università su gli stessi libri e testi di economia che oggi, cambiando qualche fattore dove il risultato non cambia, cercano di far loro ricette antiche e per niente rivoluzionarie a sostegno della disastrosa situazione economica Nazionale.
Una classe politica che non riesce a creare una nuova politica sociale, consapevole che questa situazione catastrofica durerà ancora per decenni, e che crede ancora che togliendoci una mezza imposta abbia il diritto di essere votata dal Popolo Italiano.