martedì 2 luglio 2013

ALLA FINE HA VINTO IL TAP

Vi proponiamo un articolo, di MRI, sulla contesa vinta dal TAP (Trans Adriatic Pipeline) per l'approvvigionamento di gas naturale dal sito Shah Deniz in Azerbaigian. L'alternativa, sostenuta dalla Commissione Europea, era il progetto Nabucco.
Vi ricordiamo anche il nostro articolo sul TAP.

Venerdì 28 giugno, il consorzio che controlla il giacimento di gas dell’Azerbaigian Shah Deniz ha detto di aver scelto il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) come via per l’esportazione del gas nell’Europa occidentale. Il TAP sarà collegato con i gasdotti di esportazione azeri e turchi – in particolare la Trans Anatolian Pipeline (TANAP), anch’essa in fase di progettazione – e trasporterà il gas attraverso Grecia, Albania e Mare Adriatico fino alle coste pugliesi.
Al momento, il consorzio che costruirà il gasdotto TAP è controllato da tre compagnie europee: la svizzera Axpo, la norvegese Statoil – che detengono il 42,5% delle quote a testa – e la tedesca E.ON Ruhrgas, che controlla il restante 15%. Inizialmente, il TAP dovrebbe trasportare 16 miliardi di metri cubi di gas. Il consorzio che controlla il gasdotto punta al 2019 come obiettivo per l’inizio delle esportazioni.


Fonte: Wiikimedia Commons

Trans Adriatic Pipeline: vincitori e vinti
La decisione di convogliare il gas azero attraverso il TAP affossa definitivamente il progetto del gasdotto Nabucco, quello sostenuto dalla Commissione europea, che avrebbe dovuto trasportare il gas azero attraverso Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria, ma che così rimane senza fonti di approvvigionamento. Il Commissario europeo all’Energia, Günther Oettinger, ha comunque espresso soddisfazione per l’avvio del TAP: questo progetto permetterà di inaugurare il “corridoio energetico meridionale” dell’Unione Europea, creando una nuova rete di approvvigionamento per le importazioni dal Caucaso e dal Medio Oriente.
Oltre alle compagnie che fanno parte del consorzio, i principali beneficiari della costruzione del TAP dal punto di vista economico saranno la Grecia, l’Albania e l’Italia. Ogni paese attraversato dal gasdotto riceverà infatti dei compensi per il transito del gas, potrà diversificare le importazioni e diventerà inevitabilmente più importante dal punto di vista geopolitico. La Grecia, in particolare, diventerà il perno del corridoio energetico meridionale della Ue, visto che gran parte del gasdotto TAP si estende sul suo territorio.
Chi invece resta escluso dalla geopolitica del gas sono soprattutto la Romania e l’Austria, che – con l’archiviazione di Nabucco – non verranno raggiunte né dal corridoio energetico meridionale della UE né dal gasdotto russo South Stream. La Bulgaria, tagliata fuori dal corridoio meridionale della Ue, resterà completamente dipendente dalle importazioni di gas russo. La compagnia energetica austriaca OMV, che sosteneva la costruzione di Nabucco, ha criticato la decisione di favorire il TAP. L’amministratore delegato Gerhard Roiss ha espresso forti dubbi sulla reale necessità di gas dell’economia greca, attualmente in una grave recessione, e dell’Italia meridionale, già rifornita da altre fonti.


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Mappa di: Wikimedia Commons

La posizione della Russia
Le future esportazioni di gas azero tramite il TAP non sembrano preoccupare la Russia, da cui al momento proviene un terzo delle importazioni di gas della UE. Il TAP ha una capacità più modesta rispetto a quella che avrebbe dovuto avere Nabucco – che, stando al progetto iniziale, avrebbe dovuto trasportare fino a 31 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Soprattutto, il TAP non crea una seria competizione alle esportazioni di gas russo nell’ampia area compresa tra la Bulgaria e la Germania. Almeno fino al 2023 il TAPdovrebbe soddisfare soprattutto la domanda di gas greca, albanese e dell’Italia meridionale.

Con la costruzione di South Stream, la Russia potrà rafforzare ulteriormente il suo predominio nel mercato del gas nell’Europa centro-orientale e nei Balcani, a nord di Grecia e Albania. Non è poi escluso che l’Austria, tramite la OMV, si affretti ora a sostenere South Stream, nella speranza di ottenere almeno una parte del gas trasportato. Nel progetto attuale, South Stream sfiora i confini austriaci e raggiunge l’Italia settentrionale attraverso la Slovenia (vedi cartina 2). Se supererà le incertezze relative agli alti costi di costruzione, South Stream dovrebbe essere completato entro il 2015 e raggiungere una capacità finale di 63 miliardi di metri cubi l’anno.
Qui l'articolo.

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