martedì 16 luglio 2013

SOS SVENDITA DELL'ITALIA



La situazione dei beni immobiliari e altre meraviglie del territorio italiano in questi anni è veramente complicata ma chiaramente, al momento, il tema è tabù.

Lo scenario che si sta formando era prevedibile già da tempo e gli ultimi due governi (Monti e Letta tutti e due facenti parte del gruppo Bilderberg) hanno dato una spinta notevole alla svendita dei nostri tesori e tutto in nome dell'Europa e del debito imperante.


L'operazione di privatizzazioni e messa all'asta dei beni verrebbe eseguita in questo modo:
vengono individuati una parte dei beni patrimoniali e diritti dello stato, i quali saranno venduti ad una società di diritto privato di nuova costituzione formata da banche, assicurazioni e altri soggetti. Tale società emetterebbe obbligazioni a 15-20 anni garantite dai beni, quindi trattandosi di un ente privato, questi titoli non andrebbero ad aumentare il debito pubblico. A questo punto la Stato incasserebbe il corrispettivo e lo utilizzerebbe per ridurre il pericoloso debito che Bruxelles tanto ci contesta. La conclusione è che, ovviamente, i beni non sarebbero più "nostri" ma finirebbero in mano di fameliche istituzioni private.

Anche se la lista dei beni immobili e del patrimonio è ancora parziale e deve essere resa pubblica, essa riguarda comunque la vendita di castelli, palazzi storici, spiagge, capannoni e caserme ed è certo che sarà questa la direzione che verrà perseguita. Come peraltro è già avvenuto in altri paesi, vedi ad esempio la Grecia con la svendita di aziende pubbliche e perfino isole.
Il governo, attraverso questo disastro, tenterebbe di diminuire il debito pubblico di 400 miliardi, rispettando così il famoso Fiscal Compact:
100 miliardi entrerebbero dalla vendita dei beni pubblici, 50 miliardi dalla costituzione e cessioni di società per le concessioni demaniali, 30 miliardi dalla tassazione ordinaria delle attività finanziarie detenute in Svizzera e ulteriori 220-230 miliardi da questa operazione "choc" di svendita.

Purtroppo, come avevamo accennato in questo articolo, il percorso di privatizzazioni per fare cassa inizia dagli anni 80' e da quel momento non si è più fermato, portando l'Italia da grande esportatrice e detentrice di beni e tesori inestimabili a semplice importatrice priva di qualsiasi bellezza.
La scaletta del tracollo italiano può essere così riassunta:
all'inizio degli anni 80' il debito ha cominciato a gonfiarsi fino a raggiungere nel corso degli anni picchi insostenibili, poi sono aumentati i tassi d'interesse (diventati insolvibili), quindi l'Europa ha imposto le condizioni per ripagarlo ed infine ci requisiscono il patrimonio a prezzi stracciati.
Questa sequenza non vi ricorda qualche attività illecita?
Lo strozzinaggio, l'usura o come vi piace chiamarla, il punto è che questa è legalizzata.

Purtroppo non riusciamo più ad uscire da questo circolo vizioso euro-Europa creato ad arte da personaggi oscuri di banche, fondazioni e gruppi con scopi non tanto chiari, i quali non intendo mollare di un centimetro la presa per raggiungere i loro obiettivi che ho il presentimento non saranno vantaggiosi per i semplici cittadini.

Come accennavo all'inizio tutto questo non viene riportato dai media nazionali, i quali distraggono il pubblico con i processi di un uomo ormai finito, politici che offendono altri politici, ministri che non pagano l'imu e altre inezie del genere e nel frattempo lo scempio passa inosservato.

Il nostro blog farà di tutto per tenervi informati sulle vere notizie e sul disastro che si sta compiendo nel nostro e altri paesi, i quali detengono un patrimonio e una tradizione che tutti ci invidiano.
Il Mediterraneo prima o poi dovrà rinascere e noi faremo di tutto perché questo avvenga il prima possibile.




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