venerdì 21 giugno 2013

F-35: ITALIA RIPENSA AI 131 CACCIABOMBARDIERI





Un anno fa, durante il governo Monti, il ministro della difesa Di Paola riduceva l'acquisto dei criticatissimi F-35 da 131 a 90. Oggi il nuovo ministro della difesa, Mario Mauro, rilancia l'ipotesi di ritornare sui propri passi e acquistare i 131 velivoli come da contratto.


Il ritornello ripetuto dalla Difesa ultimamente è che gli aerei da guerra in dotazione sono obsoleti e malridotti, quindi è di fondamentale importanza sostituirli con gli F-35.

Invece, come riportato da un articolo del Fatto Quotidiano, l'attuale forza aerea italiana è più che sufficiente, tanto da permetterci di difendere lo spazio aereo dell'Albania, Slovenia e Islanda e di consentire campagne estere di bombardamento (vedi Libia). Queste operazioni militari in eccesso sono possibili grazie ad un comparto composto da 128 aerei da attacco, i quali comprendono 58 Tornado perfettamente operativi fino al 2030, gli Harrier fino al 2027/30 e gli Amx, e 48 da difesa, i nuovi caccia EuroFighter Typhoon.

Entrando nello specifico:

Il Joint Strike Fighter F35, sviluppato dall'americana Lockheedmartin, è  un caccia bombardiere monomotore con caratteristiche "stealth", invisibile ai radar, che consentono di penetrare nelle difese antiaeree senza bisogno di altri mezzi di scorta e quindi "nella massima sicurezza per la vita del pilota". Essere "invisibili" comporta una struttura con meno spazio per le bombe ma oggi con un ordigno si ha una potenza di 10 vecchie bombe. 
Lo Eurofighter, o Efa, è, invece, un caccia bimotore preposto principalmente a missioni di difesa aerea. Ha effettuato il suo primo servizio all'inizio degli anni Duemila, è prodotto da un consorzio tra industrie di quattro paesi: Italia (Alenia Aeronautica), Germania, Regno Unito e Spagna ed è in costante adeguamento tecnologico. Per le prime due tranche l’Italia ne ha acquistati 75, mentre è in produzione la terza tranche con un investimento di 9,1 miliardi per costruirne altri 112. Alla capacità multiruolo aggiungerà la possibilità di usare il missile aria-superficie a lungo raggio Storm Shadow. E' stato utilizzato anche durante l'operazione militare in Libia. Quindi gli Eurofighter possono essere utilizzati come aerei da attacco al pari degli F-35. 
Ma forse la Difesa aveva bisogno di una forza di fuoco ancora più grande?
E per attaccare chi?
Eppure l'articolo 11 della Costituzione Italiana mi sembra di ricordare che esprima un altro concetto; ma forse ricordo male.
A parte l'ironia, puntare ad una sola linea di velivoli da combattimento (gli Eurofighter) consentirebbe all'Italia, come spiega molto bene l'esperto militare G.Gaiani, di risparmiare miliardi di euro (considerando anche gli enormi costi di manutenzione degli F-35) ed invece la Difesa, nel 2010 con a capo Ignazio La Russa, riduce l'ordine degli Eurofighter da 121 a 96 ed infine a 72 per far spazio al caccia-bombardiere americano.

E' necessario, a questo punto, di rivedere gli obiettivi e le strategie della Difesa del nostro paese, cercando di creare una linea unica, efficace per la sicurezza interna e magari lanciando un occhio di riguardo alla cara vecchia Carta. 


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