mercoledì 5 giugno 2013

REFERENDUM: PRIMA L'ITALIA POI L'EURO





Di Roberto C.

Relativamente all’eventuale referendum nazionale, proposto dal M5S, sulla volontà di uscire dall’Euro o meno, vorrei fare alcune considerazioni in merito.
Ritengo, in questo momento drammatico per l’economia nazionale, che tale consultazione sarebbe prematura ed una perdita di tempo nell’affrontare tesi, se pur autorevoli ed interessanti, di economisti che si dibattono in una diatriba prettamente e solamente teorica, per definire se, oggi con il sistema politico che ci governa sia in Italia che in Europa, l’uscita o meno dall’Euro porterà benefici futuri o salverà l’andamento economico italiano.
Ritengo inoltre, che prima di arrivare a tale finalità, si debba, innanzitutto, ricreare una nuova filosofia di Stato Sociale oltre ad una nuova classe politica che ripudi il ventennio neoliberista e la loro politica di copertura al sistema Capitalistico estremo.
Al M5S, sicuramente, va dato il merito di aver fatto un grande servizio ai cittadini, quello di far capire loro che, con il voto democratico, si può cambiare, ma è anche pur vero che non si può chiedere agli Italiani di fare un salto nel buio, senza prima avere consolidato una nuova struttura politica economica con principi di salvaguardia del bene comune e sociale.
Vorrei fare una considerazione, forse paradossale, ma serve per capire come vedrei uno Stato attento alle condizioni del proprio popolo.
Partiamo dal bilancio dello Stato.
Abbiamo le entrate, tributarie, extratributarie, monopoli, giochi,etc.
Con quelle entrate, principalmente e primariamente finanziamo le pensioni, le scuole pubbliche, i trasporti, aiuti per le aziende, ricerca, sociale, opere pubbliche, sicurezza civile e militare, etc, cioè tutto quello che serve ai cittadini per avere quei servizi essenziali e moderni indirizzati ad una vita sociale adeguata, senza essere più esterofili.
Dopo, con quello che avanza, si può pensare al resto: C.E.I, classe politica, U.E., NATO e armamenti. Perfino al debito pubblico che pagheremo con quello che rimane e se qualcuno ha investito male i suoi capitali, beh, il rischio d’impresa va sempre calcolato.
E’ vero che il Popolo Italiano è abituato, storicamente, ad essere occupato da stranieri, ma penso che sia l’ora di smetterla di prenderlo per i fondelli quando la classe politica dice loro che abbiamo bisogno di investitore stranieri per ottenere liquidità, quindi è essenziale e necessario vendere loro pezzi della nostra Economia.
Ben vengano investitori stranieri, ma a creare ricchezza reciproca e non prendere il sangue dei cittadini in nome del loro profitto.
Perché, non offriamo loro, invece di titoli, terreni pronti con infrastrutture dove possono creare fabbriche e di conseguenza lavoro concedendoli incentivi fiscali e perché no anche finanziamenti?
Tutto questo, purchè nei loro CdA ci sia anche una rappresentanza sindacale e governativa, che abbia il controllo delle agevolazioni che vengano concesse ed il controllo sulla trasparenza di assunzioni e licenziamenti.
Tale rappresentanza, creerebbe un filo diretto con le Istituzioni, eliminando, così, tutta quella burocrazia che serve solo a ritardare pesantemente la conoscenza, da parte delle Autorità competenti, dei problemi di un azienda .
La corruzione di funzionari pubblici verrebbe così, almeno in quel settore, eliminata, così come verrebbe ridotto al minimo lo scontro sociale.
Ho voluto descrivere molto semplicemente e sommariamente quanto io credo vada cambiato in questo Paese ma innanzitutto vorrei fare un appello all’onestà intellettuale di tutti quelli che pensano che sia innaturale ed osceno avere Politici corrotti, impuniti, magistrati che si danno alla Politica, partiti politici che per estrazione sono alternativi e poi si uniscono per garantire che il Sabba della Finanza continui, puttanieri, prostitute, grandi e storiche Aziende in mano a mafiosi e sporchi affaristi, giornalisti assoggettati e ricattati dai loro editori e ….l’elenco è lungo come sapete.
I Governi che ormai si succedono da decenni, ormai hanno dimostrato la loro subalternità al Potere della Grande Finanza e dell’Unione Europea e la nostra classe politica, tutta, è la nuova cortigianeria del Dio denaro, che ha sostituito quella Indipendente e Libera dei nostri Padri Costituenti.
A dimostrazione di ciò, oltre che vedere come hanno ridotto alla fame il Paese, stanno cercando di cambiare la Costituzione a loro uso e maneggio, perché sanno che quella attuale è stata scritta talmente bene, che non consente loro di terminare il tradimento contro l’Italia Democratica, così come ce l’hanno lasciata in eredità i nostri martiri ed eroi della Resistenza.


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