martedì 4 giugno 2013

M5S: REFERENDUM SULL'EURO




Il Movimento 5 Stelle ha proposto un referendum propositivo senza quorum per sapere dagli italiani se vogliono rimanere nell'euro oppure uscire.

Un profluvio di articoli e commenti sono apparsi in rete (chiaramente giornali e televisioni tentano di non far emergere questa proposta) con pensieri a favore ed altri contrastanti.
Ad esempio larga parte della base degli elettori del Movimento sono a favore del referendum ma si è diffusa ancora più marcatamente la volontà di un'uscita dall'euro drastica, senza condizioni (nonostante Grillo abbia cercato di abbassare i toni). Altri commentatori (soprattutto fuori da Movimento) non condividono questa idea per vari motivi:
1) mettere in atto una consultazione del genere porterebbe a gravi ripercussioni a livello economico,
2) si richiedono modifiche della costituzione difficilmente praticabili,
3) gran parte degli italiani è disinformata sull'argomento e solo attraverso anni di contro-informazione si arriverebbe ad una comprensione nazionale adeguata.
Premettendo che tutte queste visioni hanno una loro possibile plausibilità, la parte interessante è che comunque la si vuole vedere senza il Movimento 5 Stelle una proposta del genere non avrebbe mai avuto un seguito così importante. Non metto in dubbio che vi siano fior fiori di economisti e intellettuali che da tempo discutono sul vantaggio di un'uscita dell'euro ma come accennavo prima la quasi totalità dei media hanno oscurato qualsiasi discussione sul tema ed in effetti prima della crisi del 2008 nessuno avrebbe capito l'utilità di tale cambiamento. Adesso, nel bene o nel male, sulla rete se ne parla abbondantemente e da qui ai media il salto sarà breve. Ormai il bisogno di un dibattito nazionale è impellente ed inevitabile e anche se molti critici del referendum sostengono che "sarà un dispendio di energie inutile", non si puo' pretendere che in una società dove l'informazione viaggia a velocità superiori a quella della luce e chiunque si puo' collegare da ogni parte del pianeta, sia inaccettabile l'emergere di una sorta (positiva o negativa che sia) di trattazione pubblica. E il propulsore che ha dato il lancio a tutto questo, in Italia, è stato il Movimento 5 Stelle, altrimenti, chi non avesse avuto una buona base dei meccanismi economico-politici o qualche supporto di un professore esperto della materia, niente di tutto ciò sarebbe arrivato alle orecchie di molti italiani e i problemi e le difficoltà che l'euro e l'Europa ci stanno infliggendo da anni sarebbero rimasti eternamente in secondo piano.
E' probabile che ci vorrà del tempo per far crescere una tale macchina dell'informazione, per non parlare dell'iter che servirà per modificare o interrompere temporaneamente alcuni punti della costituzione o mettere in atto un referendum che assorbirà milioni di euro alle casse dell'Erario.
Ma l'alternativa qual'è?
Continuare in questa situazione oppressi da austerità e tagli di spesa continui?
Attuare un exit-strategy senza una consultazione popolare?
Riformare il progetto dei padri fondatori di Unione Europea?
Le mie sono domande che mi auguro saranno discusse all'interno della sfera politico-intellettuale e anche dalla cosiddetta cittadinanza attiva. Dobbiamo prendere coscenza dei grandi temi anche se ci appaiono lontani ed incomprensibili senza farci prendere dallo sconforto e a quel punto sarà possibile che affiori dalla massa informe di pensieri, opinioni e commenti, un'idea che metterà d'ccordo la maggioranza del paese.

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