sabato 22 giugno 2013

DECRETO SVUOTA CARCERI



E' pronta la bozza Cancellieri o Decreto svuota carceri.
In poche parole, il decreto, prevede per tutti coloro che hanno superato i 70 anni pene alternative o concessione degli arresti domiciliari e ingresso in carcere impossibile alle persone condannate a 4 anni.

Lo schema della norma, come spiega la relazione finale della bozza, contiene una serie di misure necessarie a fronteggiare il perdurante fenomeno del sovraffollamento carcerario e l'inadeguatezza delle strutture penitenziarie e del regime di esecuzione delle pene detentive,
Il ministro della Giustizia, Anna Cancellieri, come illustrato in senato, conta di liberare 10 mila posti, considerando che nelle prigioni italiane ci sono 65.891 detenuti, 20 mila in più rispetto alla capienza e di aprire strutture ormai in disuso.

La bozza riprende con qualche modifica la legge Simeone-Saraceni, entrata in vigore il 14 giugno 1998, che risparmiava la detenzione a tutti quelli che dovevano scontare fino a 3 anni e si aggiunge alla legge Gozzini, cioè al rito abbreviato e alla buona condotta (45 giorni di carcere in meno ogni anno). Inoltre la detenzione agli arresti domiciliari, prima era concessa alle persone anche parzialmente inabili che avessero compiuto 60 anni, ora la detenzione in casa sarebbe concessa a tutti coloro (non solo a chi è inabile) che invece hanno compiuto 70 anni di età.
Calisto Tanzi, ad esempio, ritornerebbe a casa, e non per problemi fisici, ma per aver superato l'età stabilita.
La riforma così pensata, non sembra convincere molti (in particolare il Movimento 5 Stelle) e pare indirizzata in prima analisi alla "casta" e anche verso coloro che si possono permettere un buon avvocato. Tutti requisiti che i clandestini o persone indigenti non si possono permettere. Chiaramente il piccolo criminale godrà comunque, successivamente, della liberazione anticipata, continuando in questa maniera ad entrare ed uscire senza aver scalfito il vero "nocciolo duro" dell'affollamento carcerario.

La relazione, specifica anche, che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, con la sentenza 8 gennaio 2013, ha assegnato allo stato il termine di un anno per l'adozione delle misure necessarie a modificare la situazione disastrosa delle carceri italiane. Quindi, tanto per cambiare, l'Europa ci impone di proporre ed attuare una nuova normativa, efficiente o inefficiente che sia. Basta rispettare i dettami.

In sostanza siamo all'ennesima riforma "gattopardesca" che non porterà nessun beneficio al problema affrontato ma d'altro canto farà felice il solito gruppo di furbetti che sta nelle cosiddette alte sfere, la gerontocrazia, e lascerà irrisolto il tasto dolente del degrado all'interno degli istituti di detenzione.

Vedi anche articolo del Fatto Quotidiano.

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